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Fondazione Volume! presenta “Yet Another Letter to the Reader” di Walid Raad

Walid Raad, Yet Another Letter to the Reader

a cura di Claudia Gioia

Talk: 2 Febbraio 2017 h 18:00 – Casa Internazionale delle Donne, Via della Lungara 19, Roma

Opening: 3 Febbraio 2017 h 18:30 – Fondazione VOLUME!, Via San Francesco di Sales 86/88, Roma

 

EPM EDILPIEMME è lieta di segnalare che i nostri partner di Fondazione Volume! presentano Yet Another Letter to the Reader, un progetto di Walid Raad, (Chbanieh, Libano 1967), una delle voci più originali e autorevoli della scena artistica del Medio Oriente.

Dal 1989, Walid Raad si dedica a The Atlas Group (1989-2004), un progetto che si concentra sulle guerre che hanno afflitto il Libano nei decenni passati. Attraverso la realizzazione di una serie di documenti (film, video, quaderni e fotografie), attribuiti ad individui o organizzazioni frutto della sua immaginazione, Raad riflette su come “alcuni eventi possono essere stati vissuti, ma non conosciuti a fondo”. I suoi documenti tentano di colmare questa lacuna (anche se solo nella finzione) e così i suoi lavori esaminano il modo in cui gli eventi, caratterizzati da una grande violenza fisica e psicologica, possono essere documentati e le loro storie scritte.

Nel 2007 ha dato inizio a Scratching on Things I Could Disavow. Con questo progetto Raad riflette sulla comparsa di nuove enormi infrastrutture dedicate alle arti nel mondo Arabo, con particolare attenzione alla nascita di grandi musei nel Golfo Persico: il Louvre Abu Dhabi e il Guggenheim Abu Dhabi, tra gli altri.

Le opere di Raad indicano come “l’Arte Araba” sia stata colpita, materialmente e immaterialmente, dai molti conflitti che hanno devastato il Medio Oriente nei decenni scorsi. Inoltre, Raad mette in evidenza il modo in cui le infrastrutture emergenti accennano, ma al tempo stesso trascurano, questi sottili ma non così impercettibili cambiamenti.

Per la Fondazione Volume!, ampliando la sua attuale ricerca, Walid Raad ha concepito Yet Another Letter to the Reader, progetto che segue Postscript to the Arabic Translation, presentato presso il deposito della Aishti Foundation, appena fuori Beirut, nel 2015, e Another Letter to the Reader, recentemente presentato alla XI Biennale di Gwangju.

Più di trenta casse, normalmente utilizzate per il trasporto e/o la conservazione delle opere d’arte, assemblate una sull’altra a comporre pareti e spazi, trasformano lo spazio espositivo della Fondazione Volume! in uno storage reale e immaginario. Un luogo che potrebbe essere stato abitato da un pittore inquieto che, come un Frenhofer contemporaneo, immerge i suoi pennelli nei  colori, tracciando linee e forme, non per la creazione del Capolavoro sconosciuto, ma per “cercare di rendere nuovamente disponibile (e per la prima volta)” – come ha detto Raad – opere d’arte che sono state colpite dall’invisibilità. Le casse di Raad sono come membrane sulla cui superficie sono visibili opere pittoriche. E sembrano essere disposte in modo arbitrario, legate solo dal fatto di “riprodurre” opere d’arte dipinte da artisti “Arabi”. È chiaro che le opere in  superficie non necessariamente corrispondono ai contenuti delle casse, suscitando domande circa le relazioni tra l’interno e l’esterno, tra il contenitore e il contenuto. In questo labirinto mnemonico e visionario emergono frammenti di opere d’arte araba: Huguette Caland (Libano, 1931), Shakir Hassan Al Said (Iraq, 1925), Ibrahim el -Salahi (Sudan, 1930), Marwan Kassab Bachi (Siria, 1934), Inji Efflatoun (Egitto, 1924), Jafar Islah (Kuwait, 1946), Hamid Nada (Egitto, 1924), Hassan Sharif (Dubai, 1951), Khalil Gibran (Libano, 1883). Questi frammenti, come i pezzi di un puzzle, sono ora raccolti e sembra che abbiano trovato un rifugio a Roma. Ma, di nuovo, potrebbero disperdersi in qualsiasi momento.

Walid Raad è nato nel 1967 a Chbanieh in Libano, vive e lavora fra Beirut e New York, dove insegna alla Cooper Union for the Advancement of Science and Art.

Nel 2015 il MoMA-Museum of Modern Art di New York gli ha dedicato una grande mostra monografica. Mostre personali gli sono state, inoltre, dedicate dalle più prestigiose istituzioni internazionali come il Madre di Napoli nel 2014, la Kunsthalle di Zurigo e il Bildmuseet di Umea nel 2011, la Whitechapel Art Gallery di Londra nel 2010, il Museo Nacional-Centro de Arte Reina Sofía di Madrid e la Fondazione Antonio Ratti di Como nel 2009, il Museo Tamayo Arte Contemporaneo di Città del Messico nel 2007 e la Nationalgalerie im Hamburger Banhof di Berlino nel 2006.

Walid Raad ha preso parte alla Biennale di Gwangju nel 2016, alla 14 Biennale di Istanbul nel 2015, alla Biennale di San Paolo, Brasile nel 2014, a Documenta di Kassel nelle edizioni del 2012 e del 2002, alla Biennale di Sydney nel 2006, alla Biennale di Venezia nel 2003 e alla Biennale del Whitney del 2000 e del 2002.

Info:

Walid Raad

titolo: Yet Another Letter to the Reader

opening: 3 febbraio 2106 ore 18:30

a cura di: Claudia Gioia

orari: dal martedì al venerdì dalle 17:00 alle 19:30

ufficio stampa: Roberta Pucci – press@fondazionevolume.com

info: info@fondazionevolume.com – tel 06-6892431

Ringraziamenti:
per la realizzazione dei dipinti, Flavia Fanara, Giusy Guerriero, Sara Santarelli, Tiziana Rinaldi Giacometti

Ringraziamenti e Courtesy per le opere:
Paula Cooper Gallery, New York
Sfeir-Semler Gallery, Beirut