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Without borders. Senza confini. La grande arte della disabilità – Margutta Art Village

EPM vi segnala la rassegna Without borders. Senza confini. La grande arte della disabilità organizzata e curata da Feedya Art Foundation.

Sabato 30 gennaio 2016 alle ore 11 si inaugura presso il Margutta Art Village, in via Margutta 51 a Roma, la rassegna Without borders. Senza confini. La grande arte della disabilità.Il nuovo spazio nel Margutta Art Village, che apre con questa iniziativa, all’interno del cortile abitato e frequentato da grandi artisti tra gli anni ‘30 e ‘70, e set del capolavoro cinematografico Vacanze romane con Audrey Hepburn e Gregory Peck, si caratterizzerà come “palcoscenico” dell’arte disabile, andandosi ad affiancare agli altri due già dedicati (da novembre 2015) all’arte contemporanea di grandi maestri e giovani artisti di talento.Un luogo in cui esporre le opere degli artisti disabili, attraverso la collaborazione con associazioni e istituzioni che si dedicano alla cura delle persone con deficit relazionale, comportamentale, fisico.

La rassegna Without borders. Senza confini. La grande arte della disabilità (per la cura di Diana Alessandrini, direttore artistico di Feedya Art Foundation e Margutta Art Village) rappresenta un  ulteriore passo avanti  nell’obiettivo di  dare vita a una realtà in cui l’arte faccia da apripista per una sensibilità nuova e condivisa. Partner importante di questa prima mostra è l’ANFFAS Roma Onlus, associazione che dal 1958 unisce le sostiene le famiglie di persone con disabilità relazionale e comportamentale, che – con il Laboratorio di Bottega dell’Arte – si pone come centro di eccellenza in questo campo.

Scrive la curatrice Diana Alessandrini: «Gli artisti che qui espongono danno vita a una mostra di grandissima potenza espressiva, a tratti commuovente, organica e validissima. La maggior parte delle opere è un piccolo capolavoro che nulla ha da invidiare a molte opere di artisti conosciuti. Questa è arte a tutti gli effetti. Grande arte. Senza se e senza ma. Soprattutto senza pietismi. È la dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, di quanto l’arte sia un’ispirazione e un’attitudine interiore che appartiene a tutti. Qui non ne consideriamo il valore terapeutico. Fondamentale certo, ma non oggetto di questa rassegna. Qui esponiamo arte, conta il criterio estetico, tecnico, espressivo. Qui, in queste opere, troverete tutto questo e anche di più».

La rassegna prevede un ciclo di mostre della durata di un mese, affiancate da conferenze  e incontri sul tema, ma anche da laboratori di pittura, scultura, ceramica, fotografia, teatro per vedenti e non. Non un ghetto dunque della disabilità, ma un giardino incantato, un luogo di vera integrazione dove vivere tutti insieme l’arte e la cultura. In questa prima rassegna vengono presentate le opere di Annalisa Astrologo, scultrice non vedente dalla nascita, di Lucilla D’Antilio, scultrice diventata cieca in seguito a una congiuntivite. E ancora le opere pittoriche e ceramiche dei ragazzi che frequentano l’ANFFAS ROMA ONLUS, in particolare il Laboratorio di Bottega dell’Arte del maestro Antonio De Pietro, artista di fama internazionale.

Un progetto, quello del Margutta Art Village, nato dall’intuizione dell’Istituto Sant’Alessio Margherita di Savoia per i ciechi, proprietario del complesso edilizio, e che punta a fare di questo cortile un luogo di incontro e di vita nel segno dell’arte come mezzo di crescita culturale, di integrazione, linguaggio comune e universale. La collaborazione con Feedya Art Foundation, organizzazione che sostiene l’arte e punta a portarla fuori dai musei e dalle gallerie tradizionali facendola entrare nella vita quotidiana, sta rendendo possibile la realizzazione di questo progetto che riaccende il dibattito artistico e culturale in via Margutta, abbandonata dagli artisti nei primi anni Ottanta. Ma soprattutto rende fruibile l’arte anche ai disabili attraverso mostre tattili oppure supportate da materiale audio e in brail adatto ai non vedenti (come nel caso della mostra di Sebastiano Carta supportata da materiale audio, oppure di Sabrina Ventrella e Arvedo Arvedi che presentano opere tattili).

Nato a metà Ottocento come opera pia per gli artisti e donato nel 1910 all’Istituto Sant’Alessio Margerita di Savoia per i ciechi, con la clausola testamentaria che lo affittasse agli artisti, il Margutta 51 ha perso negli ultimi decenni questa caratteristica. Ora, con il Margutta Art Village, torna a vivere d’arte. Una nuova stagione culturale con mostre, reeding, flashmob musicali e teatrali, concerti, performances, incontri con artisti, critici, curatori, scrittori, attori e registi. Titolo dell’iniziativa Footsteps. Impronte d’arte nel cortile di Via Margutta 51 e allude alle orme che gli artisti, passati da qui, hanno lasciato nel panorama contemporaneo. Anche i meno considerati, i meno riconosciuti e apprezzati. L’idea è di tornare sulle orme di questi artisti, riscoprirli, riappropriarsene, rinnovand

 

o contestualmente la storia di una Roma che non esiste più e che qui si è magicamente conservata intatta, quasi incontaminata.

Varcare il portone del civico 51 di Via Margutta significa fare un salto indietro nel tempo, recuperando atmosfere che hanno fatto la storia della nostra città nel mondo. Ieri e oggi insieme, in un unico flusso che guarda al futuro, in particolare di questo cortile, che si vorrebbe far tornare centrale nel dibattito artistico.

Organizzazione a cura di:

Feedya Art Foundation

www.feedya.org

https://www.facebook.com/feedyartfoundation/?ref=ts&fref=ts

Dott.ssa Diana Alessandrini

Vice President & Art Event Curator